Gli acciai inossidabili austenitici sono gli acciai inossidabili più comuni. Il loro tenore di carbonio è inferiore allo 0,1%, il cromo compreso tra il 18% e il 25% e nichel dall’8% al 20%. Al nichel, in particolare, spetta la funzione di estendere il campo austenitico, stabilizzando la struttura cristallina tipica delle alte temperature fino a condizioni prossime a quelle normali.
Questi acciai hanno caratteristiche ben note, ma sempre molto interessanti:
La struttura austenitica, in realtà, si conserva in condizioni metastabili a temperatura ambiente, mantenendosi per tempi indefiniti, in quanto lo sviluppo completo della forma stabile, perlite, è estremamente lento.
Come emerge dall’esame delle curve di Bain, la trasformazione austeno/perlitica prevede per il materiale un lunghissimo mantenimento in forno, con tempi che industrialmente sono difficili da sostenere. D’altra parte, le velocità di raffreddamento e le temperature da raggiungere necessarie nella tempra per ottenere martensite sono tali che la struttura cristallina compatibile con processi economicamente interessanti è unicamente quella austenitica.
La composizione base dell’acciaio inossidabile austenitico è il 18% di Cr e l’8% di Ni, codificata in 18/8 (AISI 304). Una percentuale del 2-3% di molibdeno permette la formazione di carburi di molibdeno migliori rispetto a quelli di cromo e assicura una miglior resistenza alla corrosione dei cloruri (come l’acqua di mare e di sali disgelanti)(acciaio 18/8/3) (AISI 316).
Il contenuto di carbonio è basso (0,08% max di C), ma esistono anche acciai inox austenitici dolci (0,03% di C max). L’acciaio inox austenitico può essere stabilizzato con titanio o niobio per evitare una forma di corrosione nell’area delle saldature (vedi più avanti le debolezze di questo tipo di acciaio).
La loro struttura austenitica (con cristallo CFC) li rende immuni dalla transizione duttile-fragile (che si manifesta invece con la struttura ferritica, cristallo ccc), quindi conservano la loro tenacità fino a temperature criogeniche (He liquido).
La dimensione dei grani, sensibilmente più elevata di quella degli acciai ferritici da costruzione, li rende resistenti allo scorrimento viscoso; di conseguenza fra gli acciai per costruzione di recipienti a pressione, sono quelli che possono essere utilizzati alle temperature più elevate (600 °C).
La struttura austenitica è paramagnetica e, quindi, questi acciai possono essere facilmente riconosciuti disponendo di magneti permanenti calibrati.
Gli impieghi di questi acciai sono molto vasti: pentole e servizi domestici, serramenti e finiture architettoniche, mattatoi, fabbriche di birra, lattine per bibite e prodotti alimentari; serbatoi per gas liquefatti, scambiatori di calore, apparecchi di controllo dell’inquinamento e di estrazione di fumi, autoclavi industriali. La loro resistenza a gran parte degli aggressivi chimici li rende inoltre molto apprezzati nell’industria chimica. Lo stesso tipo di acciaio fu utilizzato nel 1929 per la costruzione della guglia del Chrysler Building di New York: la struttura fu costruita in officina in 4 tronconi separati e poi assemblati sulla cima della costruzione nel giro di 90 minuti. La lucentezza della guglia, a 80 anni dalla sua costruzione, testimonia l’altissimo grado di resistenza alla corrosione e di inossidabilità del materiale impiegato (Nirosta).
Considerando la notevole percentuale di componenti pregiati (Ni, Cr, Ti, Nb, Ta), gli acciai inox austenitici si collocano fra i più costosi tra gli acciai di uso comune.
C’è poi dell’altro:
Il trattamento principe, che sostanzialmente annulla gli effetti dell’incrudimento, è anche il più noto e il più eseguito, ed è la
Per questa famiglia di acciai noi abbiamo delle buone notizie perché in effetti, oltre alla solubilizzazione, esiste la possibiità di trattare gli acciai austenitici effettuando, a seconda del bisogno e delle caratteristiche del materiale, questi trattamenti termici:
Approfondiamo per esaminarli più da vicino :
La soluzione certa sarebbe in un trattamento di solubilizzazione, ma l’elevata temperatura necessaria comprometterebbe sia l’aspetto estetico (per la formazione di ossidi a caldo) sia, soprattutto, la geometria del pezzo (quote di lavorazione, rettilineità, ecc.).Perché preferire la distensione? Si tratta di un trattamento termico attuabile alla temperatura ‘tranquilla’ di 50 ÷400 °C circa, ben inferiore a quella di sensibilizzazione. Uno stato tensionale più critico riguarda i manufatti saldati, perché un intervento efficace richiederebbe delle temperature di trattamento più elevate, mantenendo però l’esigenza di evitare l’intervallo della sensibilizzazione.
Conclusa qui la panoramica sui possibili trattamenti da praticare con gli acciai austenitici, è chiaro che l’individuazione del tipo di trattamento più appropriato resta compito mio, e sono a tua disposizione. Valuterai poi con calma se concedermi o no la tua fiducia.
Posso guidarti e affiancarti nella scelta, purché si tratti sempre di una scelta – come vogliamo in SteelBetter – ‘informata e documentata’. Posso garantirti che al di là della preparazione tecnica abbiamo requisiti molto concreti da mostrare… vieni a vedere con i tuoi occhi.